Ha trovato una compagna fedele (Sara) e continua a dipingere e a ristrutturare case…Gattonero ha oggi uno studio a Baggio, in perenne ristrutturazione, vicino alla Cava Cabassi, ormai parco lacustre cittadino. A volte ci si rifugia a creare. Negli anni più bui della droga da queste parti, tra la fine e l’inizio del nuovo secolo, ai tempi dell’eroina e dello sballo, ci ha perso amici cari, che spesso ricorda. Lui no. E’ vero! Tanti street-artisti sono ormai preda e oggetto di mercato! Partiti come contestatori del Sistema, adesso fanno affari con galleristi e hanno incominciato a riempire i musei di mezzo mondo, con valutazioni impossibili. Si vendono e comprano a peso d’oro… Basti per tutti l’esempio di Ozmo. Gattonero, no!
Certo a volte vende qualche tela sul web, soprattutto all’estero, ma come direbbe lui: “Non me ne f…e un C…o!”. Lui è un vero Street artist, uno dei “padri nobili” del Movimento, ormai consacrato dalla storia, libero e selvaggio come un bambino…
Cos’è rimasto oggi nella Street Art di genuino?
Alcuni “capisaldi” della Street Art sono ancora per lui un dogma irrinunciabile che Gattonero (diciamo così) “incarna”.
La Street Art è un’arte fondamentalmente “popolare”, che rinuncia volentieri a esposizioni paludate nei musei…
Il suo posto è tra la gente, nelle strade, nelle piazze, all’aperto.
C’è insomma una spinta sociale, un intento pedagogico, di impegno!
Certo, non quello dell’”Arte alle masse”!
Comunque lo “spirito” è quello di fare pittura che parli alla gente, usando un linguaggio semplice.
E quale alfabeto migliore di quello dei fumetti?
Certo Gattonero ha studiato scenografia e potrebbe disegnare – come dice lui – personaggi di stampo e forme “rinascimentali” ma incrociati per dna con quelli dei fumetti, rivalutati nel Dopoguerra da tanti intellettuali, Umberto Eco tra i primi.
Cosa fai adesso? – gli chiedo – Qual è la tua ultima opera (tra una ristrutturazione e l’altra)?
“Ne faccio tante, quando mi capita un’occasione o un’urgenza creativa, sollecitata da una catastrofe pubblica. Come nel caso di questo Coronavirus.
“Così l’ho fatta grande e potente, l’Italia Turrita, su un cavallo bianco, che trafigge con la sua lancia il Coronavirus, ‘sto mostro fantascientifico, uscito fuori da chissà dove, che ha deciso di farsi un giro per il Pianeta, portandosi via – come la Morte inquietante del “Settimo Sigillo” – un sacco di gente innocente, prima del tempo…”.
Abbassa lo sguardo, si rimette la mascherina chirurgica, qui nel cortile di casa sua (che è stata anche la mia) in via Novara, e mi saluta… Torna al suo terrazzo, a finire l’opera…
Ecco, cari lettori, chiusi nelle case, impauriti e stufi del vostro letargo forzato…
Forse non vi ho spiegato davvero cos’è la Street Art, chi è Gattonero e qual è la sua “estetica”.
Ma questo è in sostanza il senso più profondo della Street Art e la sua intima ragion d’essere.
Coraggio! Ce la faremo a sconfiggere il mostro, se siamo tutti insieme!