“La Fondazione è per me un modo per ringraziare il buon Dio del tanto che ho avuto dalla vita. E ho voluto farlo partendo da quello che so fare meglio, ristorare le persone.” Bilancio Sociale 2019 – Quote Ernesto Pellegrini – presidente Fondazione Ernesto Pellegrini onlus



Fondato nel 2014, per preciso volere della famiglia Pellegrini, il ristorante solidale “Ruben” in via Gonin 52 a Milano è aperto da lunedì a sabato dalle 18.45 alle 20.30 per offrire un pasto serale al costo simbolico di un euro a chi si trova in difficoltà. Non si tratta di una mensa per i poveri ma di un verso e proprio ristorante self -service; un ambiente caldo e accogliente dove si può scegliere tra quattro o cinque pietanze differenti per ciascuna portata. Ruben è anche un luogo per socializzare, per potersi regalare una cena equilibrata in un ambiente piacevole. Un modo per condividere non solo del cibo ma anche eventuali problemi che può essere difficile risolvere da soli; un aiuto per combattere la solitudine.



Abbiamo intervistato Christian Uccellatore, direttore e responsabile di Progetto Ruben della Fondazione Ernesto Pellegrini onlus
A chi si rivolge il Progetto “Ruben”?
Mentre altri enti si rivolgono agli ultimi con servizi mensa dei poveri, Ruben – oserei dire – si rivolge prevalentemente ai penultimi: famiglie o singoli che avevano una vita dignitosa e che appartenevano al ceto medio e all’improvviso si sono trovati sotto la soglia di povertà.
Si tratta di persone che non sono abituate a chiedere aiuto e che ora più che mai a causa dell’emergenza covid non sono più in grado di mantenere lo stile di vita precedente. Purtroppo con l’emergenza covid si è ampliato il bacino degli utenti.
I frequentatori di Ruben sono per la maggior parte famiglie di età media, in età lavorativa con minori a carico, ci sono anche pensionati con la minima. Il 50% circa sono donne con figli a carico. Il 60% sono italiani. Oltre un centinaio sono i bambini da zero a dodici anni che vengono insieme ai genitori.
Come vi siete organizzati per poter continuare ad offrire il Vostro aiuto, malgrado le restrizioni necessarie per contrastare la diffusione della pandemia?
Ruben è un grande self-service con 200 posti a sedere, che tutte le sere ospita circa 300 persone. Con il primo lockdown, secondo le disposizioni del DCPM emanato a febbraio 2020, è stato subito chiuso l’accesso alle persone e velocemente si è trasformato in un servizio di asporto. Ogni sera vengono distribuiti circa 300 pasti completi, cucinati il giorno stesso e abbattuti per la distribuzione, l’equivalente delle cene.
Quali sono i progetti in atto relativi a Oltre Il Cibo?
Sotto al cappello “Oltre il Cibo” si trovano diversi progetti, in parte frenati dal covid, per fornire ai nostri commensali un aiuto per riprogettare il proprio futuro. Ci tengo a precisare che la Fondazione non è un ufficio di collocamento o un Caf, ma attraverso la mappatura dei frequentatori di Ruben e un’analisi costante dei bisogni, cerca di individuare i nuovi scenari e nuovi bisogni a livello sociale. Con l’Università Bicocca è in corso un progetto per mappare i percorsi di impoverimento a Milano.
Tra i progetti in corso c’è “Giambellino 143”, il nostro progetto di Housing Sociale, che con cinque appartamenti in zona Giambellino dove possono transitare famiglie in emergenza abitativa, ci permette di tamponare le situazioni in attesa di una prospettiva abitativa autonoma.
Progetto Lavoro che ha l’obiettivo di sostenere le persone che frequentano Ruben a rimettersi in gioco per superare il momento di difficoltà, e lo Sportello Ascolto e Orientamento dedicato all’Accompagnamento alla Burocrazia , che è stato creato con lo scopo di fornire assistenza e informazioni su come accedere alle numerose forme di sostegno al reddito, es. Bonus scuole.
Lo scopo ultimo di “Oltre il Cibo” è connettere le persone con le risorse territoriali (pubbliche e del Terzo Settore) spesso poco conosciute, ma anche offrire un momento di socializzazione e di condivisione.
Inoltre l’Associazione Avvocati rfornisce una volta alla settimana un consulenza legale “pro bono” a chi necessita di un primo parere legale.
Quali sono le principali fonti di sostegno economico della Fondazione Ernesto Pellegrini?
Fondazione Ernesto Pellegrini e il suo progetto principale, Ristorante Solidale Ruben, è totalmente finanziata dalla famiglia Pellegrini. La Fondazione non ha accesso alla raccolta alimentare del Banco Alimentare o ad altri tipi di donazioni, tutto il cibo viene acquistato direttamente dal Gruppo Pellegrini e anche lo staff di cucina è completamente spesato dal Gruppo, infatti a Ruben lavorano dei veri e propri professionisti della ristorazione oltre al personale della Fondazione.
lE donazioni e contributi che arrivano alla Fondazione vengono impiegate nei progetti dell’area Oltre al cibo, per sostenerli, ampliarli o progettarne di nuovi, mentre il Ristorante Solidale è la struttura organizzativa della Fondazione sono totalmente finanziati dalla famiglia Pellegrini.
I volontari quali competenze offrono e il loro lavoro come incide sul bilancio della Fondazione?
Nel periodo pre-covid ogni sera erano presenti in sala tra i 10 e i 15 volontari dei circa 120 che mettono a disposizione della Fondazione il proprio tempo. Il loro compito è socializzare con i commensali per condividere, relazionarsi, senza essere importuni e sondare i bisogni per indirizzarli a progetti “Oltre il Cibo”.
In periodo covid il lavoro dei volontari si svolge prevalentemente in altre forme.
Articolo di Ersinija Galin

