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I quaderni nascono nel 1981 con la voglia di dedicare questi appunti

“agli anziani affinché ci aiutino nel documentare i loro ricordi, ai ragazzi invitandoli ad essere curiosi”.

Ci piacerebbe, infatti, documentare la storia della nostra gente, la cultura operaia e contadina, come vivevano e lavoravano.

“Recentemente abbiamo letto che un quartiere continua ad essere dormitorio se chi ci vive non vuole svegliarsi: svegliamoci, dunque, nonostante tutte le difficoltà di questa zona terribilmente carente di strutture socialmente aggreganti.”

Nostra intenzione, e speranza, sarebbe quella di poter assicurare alle generazioni future la possibilità di conoscere le realtà rurali del nostro quartiere, potendole visitare sul luogo senza dover andare a ricercarle in un libro di fotografia.
Con queste parole scritte nel 1981, l’anno dopo la nascita del diciotto, dal gruppo di lavoro coordinato da Roberto Rognoni e da Francesco De Carli si apriva quello che oggi possiamo definire il quaderno zero del diciotto.

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