L’Ambrogino, come noto, è l’onorificenza conferita dal Comune di Milano a quei cittadini che si sono distinti particolarmente dedicandosi ad attività che hanno contribuito al miglioramento ed allo sviluppo delle Istituzioni.
L’Ambrogino d’Oro è la massima onorificenza cittadina assegnata in segno di gratitudine dal comune di Milano a chi dedica la propria vita al bene comune o meglio: “A tutti gli uomini, le donne, le associazioni, le organizzazioni che hanno dato un contributo speciale alla città” come cita la pagina ufficiale del Comune di Milano.
Nel 1873, infatti, i Corpi Santi (denominazione con cui si indicava la fascia di territorio fuori dalle mura spagnole) e successivamente fra il 1918 ed il 1923 i comuni del circondario milanese, tra i quali Baggio, furono privati dello loro status ed annessi alla città.
Il Comune di Milano decise di porre in atto un decentramento ripartendo la città in 20 zone.
Fu così data vita ad Organismi locali che, sul territorio e a stretto contatto con la realtà, presentassero situazioni e bisogni locali. La Giunta decise di spingersi ai limiti di quanto consentito dalle vigenti leggi configurando gli incarichi similmente a Sindaco di quartiere (per il Presidente) e Assessore (per presidenti delle commissioni) che, comunque, avrebbero avuto solo funzioni propositive e consultive. Presero, così, avvio i 20 Consigli di zona formati da 20 Consiglieri, nominati dai Partiti politici. Ciascun consiglio, poi, al proprio interno nominò Presidente e Presidenti delle Commissioni.
Il diciotto ha trovato uno di quei Consiglieri, Emilio Jazzetti, Presidente di Commissione, che, all’epoca, era un giovane e lo ha pregato rispondere a qualche domanda.
Era già impegnato in politica quando è stato designato in Consiglio di zona?
No non avevo alcun tipo di impegno e non avevo mai partecipato alla vita attiva di partito. Avevo avuto solamente una esperienza in ambito studentesco all’Università.
Cosa l’ha indotto ad accettare la designazione?
Ci tengo a sottolineare che siccome la collettività mi ha dato molto, dandomi la possibilità di studiare, mi sono sentito in dovere di donare, restituire qualcosa mettendo a disposizione tutto ciò che formava il mio bagaglio culturale e conoscitivo.
Come è stato lo svolgimento dell’attività, vi siete trovati d’accordo e collaborativi sul da farsi?
Alcuni di noi erano alle prime esperienze ma tutti armati di buona volontà e del desiderio di realizzare qualcosa per migliorare la nostra zona. Non si poteva più parlare di dopoguerra ma molti erano ancora i segni di quanto lasciato dal periodo bellico. Fra le inimmaginabili difficoltà si fece appello al potere propositivo per evidenziare situazioni e bisogni della zona ed avviare verso la soluzione diverse problematiche, retaggio degli anni passati.
Quali problemi avete dovuto affrontare per primi?
Innanzitutto, si è ritenuto necessario favorire miglioramenti nell’assetto territoriale, viabilistico e dell’edilizia urbana. In quegli anni sorgevano importanti insediamenti abitativi (il quartiere degli Olmi, il quartiere di Quinto Romano, i Condomini Serenissima e Viridiana, ecc.) e la densità di popolazione aumentava ed il traffico pure. Particolare attenzione, poi, fu rivolta al “sociale” (c’erano ancora le “Case Minime” in via Forze Armate) ed alla scuola sostenendo anche l’apertura di Nidi e Materne.
Quanto tempo era necessario impegnare per portare avanti il vostro lavoro?
Il tempo da dedicare era un po’ il problema di tutti noi che lavoravamo. Si trattava, quindi, di trovarne di aggiuntivo infatti la nostra attività si svolgeva solo alla sera protraendosi spesso fino a tardi, a notte inoltrata. Però ricordo con piacere quei momenti, quando senza faziosità si collaborava per la soluzione di un problema o per la ricerca della migliore soluzione.
Fino a quando è durato il suo impegno?
Questo impegno durò fino all’approvazione del Regolamento del 1977 anno d’inizio dei Consigli, eletti dalla popolazione, che possono ben definirsi apripista dei Municipi odierni.
Il 1977 è stato, quindi, l’anno del grande cambiamento e lei ha cessato il suo impegno?
Sì, ho deciso di non proseguire perché l’impegno cambiava tipo ed aspetto non era più “servizio” reso gratuitamente per favorire lo sviluppo e migliorare le condizioni di vita di tutti. Diveniva ora un mero impegno politico con tutte le sue sfumature, accordi e collaborazioni che nascono nelle Segreterie.
Che importanza ha avuto per Lei aver ricevuto l’Ambrogino?
È stato questo un riconoscimento: l’Ambrogino che ci ha resi soddisfatti di quanto abbiamo fatto e abbiamo sempre sperato di aver fatto qualcosa che ha favorito l’evoluzione dell’amministrazione democratica decentrata per il miglioramento della vita cittadina e lo sviluppo sociale.